Il trend riscontrato lascia pensare che le persone stiano cercando un riavvicinamento con la natura, per vivere in modo diverso l’isolamento imposto dalla quarantena ma in totale tranquillità, prediligendo quindi abitazioni spaziose in ambienti rurali.
Ma quindi, che tipo di casa cercano esattamente gli italiani? Aver trascorso tante settimane in una casa forse troppo piccola o poco luminosa ha spostato l’interesse verso soluzioni abitative più ampie, ariose e dotate possibilmente di giardino. Da un’analisi sulle ricerche fatte dagli utenti tra gli annunci presenti sul sito UniCredit RE Services, abbiamo riscontrato un forte incremento nella ricerca di case con giardino o terrazzo e di abitazioni con più bagni. Tutto questo accompagnato da una netta crescita delle ricerche di case fuori città.
Una tendenza che sembra essere in ascesa e che potrebbe segnare un cambiamento radicale, non solo degli interessi, ma anche delle vere e proprie abitudini degli italiani: il gusto in fatto di immobili, la voglia di trascorrere sempre più tempo lontano dal movimento cittadino e la consapevolezza di volersi riappropriare di quel tempo intimo che ognuno di noi desidera per sé stesso e per la propria famiglia, speso in un luogo che ci fa davvero sentire a casa.
E in tutto questo, c’è spazio per l’immaginazione di possibili scenari futuri, come quelli auspicati dall’architetto e urbanista Stefano Boeri in una recente intervista pubblicata da Repubblica. Negli ultimi anni gli italiani hanno preferito i centri urbani come luoghi in cui vivere: più comodi, connessi, aggiornati. Il risultato? Numerose aree quasi disabitate sul territorio nazionale, con circa 6000 borghi a rischio svuotamento.
Qual è quindi l’idea? Avviare un progetto nazionale, in grado di dare nuova vita a questi luoghi ricchi di bellezze naturalistiche, paesaggistiche e culturali. Un progetto in grado di superare i limiti che ancora oggi piccoli borghi e aree interne si trovano ad affrontare: scarsità di servizi, di connessioni telefoniche e web, di collegamenti funzionali serviti dai mezzi pubblici. Interventi, questi che potrebbero incentivare le persone a lasciare i sovraffollati centri urbani, soprattutto in un momento come questo, in cui l’importanza di avere uno spazio aperto a portata di mano e la voglia di prendere un po’ le distanze dall’affollamento cittadino stanno diventando sempre più preponderanti.